domenica 29 settembre 2013

post serio post convegno. Paola Tonelli, Dora Kalff e la scatola azzurra

Ieri ho fatto una nuova scoperta.
Si chiama Paola Tonelli, che anni fa scoprì  Dora Kalff che a sua volta scoprì e studiò il potere terapeutico del gioco della sabbia.

Contesto: Sabato 28 settembre, Porto San Giorgio, convegno dal titolo " La natura e gli animali nell'educazione all'infanzia".
Evento rivolto agli educatori ed insegnanti, in particolare per la fascia 0-6.
Durante la mattinata si sono susseguiti interventi di professori, insegnanti, esperti e poi lei, Paola Tonelli.
Appena ha preso la parola mi ha incantata.
Capelli bianchissimi, splendenti, viso disteso, voce dolce, sorridente.
Esordisce raccontandoci il suo incontro con Dora Kalff, psicanalista svizzera allieva di Jung.
Il loro incontro avviene durante un seminario che la Kalff organizza a casa sua a Zurigo, per illustrare la sua modalità di utilizzo della sabbia a scopo terapeutico.

" Oggi noi siamo allontanati dagli elementi naturali [...] e allontanati dalle nostre emozioni.
Il nostro rapporto con la tecnica deve essere alimentato dal nostro rapporto con la natura"

La Kalff aveva compreso che l'allontanamento dei bambini dalla natura aveva come rischio maggiore quello di generare nevrosi.
Da questi dati, decide di impostare la sua attività terapeutica attorno al contatto diretto con gli elementi naturali .
La Kalff durante il suo lavoro mette a punto il "sand play", una scatola riempita di sabbia diventa lo scenografia per le opere intime e personali che i bambini metteranno in scena.
Perché l'azzurro? E' molto semplice, perché sembra un cielo quando sta sopra la sabbia, e mare, fiume o lago se della sabbia viene spostata fino a lasciar intravedere il fondo della scatola.
La seduta terapeutica si svolge pressappoco così.
Il bambino viene portato in una stanza dove al centro è posizionata la scatola azzurra con la sabbia.
La stanza è arredata con degli scaffali che contengono contenitori con materiali vari che possono essere presi dai bambini per giocare nella scatola.
Nello specifico sono: casette, personaggi, animali, elementi naturali ( piante, alberi, fiori),ecc...
L'analista osserva ciò che il bambino mette in scena, considerando tutto ciò che fa come ricchissimo materiale utile alla comprensione dell'interiorità del bambino.
Paola Tonelli, giovane insegnante di scuola dell'infanzia allora, coglie del geniale nella proposta della Kalff e decide di riproporlo nella sua sezione ai suoi bambini, tralasciando l'aspetto interpretativo-terapeutico.
Cambiando contesto e finalità il sand play cambia anche nome, Paola chiamerà questo nuovo materiale scatola azzurra.
Sin da subito Paola scopre i bambini affascinati dalla nuova proposta.
I più agitati si calmano, il gioco si fa sempre più elaborato, i bambini mettono in campo competenze topologiche, matematiche esperte in maniera del tutto spontanea.
Paola che fra l'altro faceva parte del MCE ( movimento di cooperazione educativa), raccoglie materiali, osservazioni, studia i bambini mentre usano la scatola azzurra. In una sola parola: ricerca.
E restituisce, anzi dona.
Paola parla dell'importanza di tenere stretti i ricordi di quando eravamo bambini, di smettere di pensare di aver capito qualcosa sull'infanzia, ma di ascoltarla, profondamente.
Ci parla della concentrazione, e di come nasca da una profonda motivazione personale.
Ci dice che 3 sono le cose importanti quando si sta con i bambini: il tempo, lo spazio, la fiducia.

Paola mi ha affascinata per diversi motivi.
Innanzitutto per la semplicità con cui ha gestito il suo intervento e il workshop pomeridiano, utilizzando un linguaggio ricco ma comprensibile a tutti, tralasciando ridondanze intellettuali a volte tipiche di queste situazioni, dove sembra che il relatore non sia lì per darti spunti ma per confonderti, passando da una citazione all'altra, ostentando la propria preparazione, attore di un monologo autoreferenziale.
Si è messa a nudo, parlando anche dei propri fallimenti, non si è finta eroina.
Ha dato un peso di rilievo a Dora Kalff, alla sua ispiratrice, alla sua musa, rendendole onore e merito.
Ci ha mostrato moltissime foto e materiali, per iniziare sin da subito ad utilizzare questo nuovo strumento, senza rimandare la questione a ulteriori corsi o seminari.
Si è mostrata disponibile a donarci tutto il materiale da lei prodotto, e sottolineo donarci, non vendercelo!!
Oltre alla scatola azzurra io credo che Paola abbia tenuto un workshop invisibile sulla cooperazione, da una che ci crede, con i suoi capelli splendenti e i suoi occhi da bambina.
Anche se in pensione lei sembra lì, con i bambini, sdraiata a terra a giocar con loro con la sabbia, con la terra, con la ghiaia.
Grazie Paola, perchè da domani a Serendipità ci saranno due scatole azzurre.
Grazie, perché  le idee che predicavamo da mesi ora sono più forti,  hanno te come alleata.
Non possiamo chiedere ai nostri bambini ciò che non siamo in grado di fare noi per primi.
Non possiamo privare i bambini del contatto con gli elementi naturali per sciocche manie d'igiene e pulito. E' la proposta più salutare che possiamo proporre loro.
Sempre che tutti definiamo salute il benessere psico-fisico dell'individuo.
Grazie, perché l'incontro con te è stato l'input per nuove idee, nuovi sogni in cantiere che a breve vi sveleremo.
Collegandomi con la paura che hanno alcuni adulti ad esporre i proprio figli all'ambiente naturale e ai rischi connessi chiudo con una citazione, presa dalla mia bibbia personale. " Come amare il bambino di Janus Korczak.

"per timore che la morte possa strapparci il bambino strappiamo il bambino alla vita.
  Per impedire che muoia non lo lasciamo vivere”.

Se volete saperne di più potete leggere questo articolo della rivista "Bambini" uscito nel 1990, nel quale Paola Tonelli ci presenta la scatola azzurra.








giovedì 26 settembre 2013

gruppi di lavoro, resoconto tragicomico

Nella nostra scuola i genitori sono parte integrante del progetto.
Ma questo ve lo avevamo già detto, e vi avevamo anche già accennato ai gruppi di lavoro che sono stati creati.
Si tratta di gruppi che lavorano su tematiche specifiche o su un particolare ambito.
I nostri gruppi al momento sono:
- gruppo agreste ( campagna e dintorni);
- giornalino;
- gruppo pedagogico ( suddiviso al suo interno in filoni di ricerca);
- gruppo spesa.

Quello che non vi abbiamo mai raccontato è il retroscena, il backstage.

Piccolo resoconto semi-serio dei primi due incontri .

Martedì-gruppo agreste.

Il gruppo agreste doveva come primo incontro individuare possibili strategie di utilizzo dell'ettaro e mezzo di campo che circonda la scuola.
Le prime ipotesi sono state naturalmente le più classiche, orti, animali, ulivi....
Poi sono iniziati a sorgere i primi dubbi. Dove troviamo l'acqua? Chi ci lavora? Che ci facciamo con un ettaro di campo coltivato a finocchi, porri e cavoli? Quali animali? Ma ce li mangiamo ? Chi li ammazza? E' vero che se tagli la testa ad una gallina continua a correre...?!
Man mano che il tempo passava le ipotesi si facevano sempre più visionarie, le soluzioni ai problemi incredibili e gli animi ilari.
Finchè il tema non cade sui calabroni.
Anzi, un calabrone cade sul tema, precisamente sul plaid che usavo per coprirmi.
Stando fuori al buio, con un faretto acceso eravamo diventati un richiamo per gli insetti.
I calabroni diventano, due, tre, quattro, cinque, dieci. Panico!!
"quante punture ci vogliono per morire?", " dove fanno i nidi ?", " come si uccidono?". E così tra panico e curiosità, nel giro di dieci minuti eravamo tutti col muso per aria a cercare di capire da dove venissero...
Riprendiamo un po' di contegno e continuiamo a discutere, con un occhio al gruppo e un altro al faretto.
Le idee iniziano a farsi un pochino più serie ma non troppo.
La riunione si conclude con :
- l'organizzazione del CONTEST POLLAIO 2013, al quale potete partecipare tutti. Obiettivo: progettare un pollaio economico, funzionale e creativo. Premio: una fornitura settimanale di uova.
- l'idea di mettere in piedi degli orti sociali. Ovvero suddividere il campo in tante microsezioni, ciascuna assegnata ad una famiglia o a singoli. Una proposta per chi sogna l'orto ma non ha terra. mentre curate la vostra piccola tovaglia di terra i bambini possono giocare fra loro in un posto pensato per l'infanzia ma immerso nel verde.
Chi sarebbe interessato ?? fatevi avanti che questo è il momento giusto !!


Mercoledì- gruppo giornalino

L'incontro del gruppo giornalino inizia con un intervento da elettrauto.
Una delle mamme, giunta nel luogo dell'incontro prima delle altre, decide di aspettare le altre partecipanti in macchina con le luci accese.
Dopo 10 minuti la sua macchina perde conoscenza.
Da lì a poco forse lo avrebbe fatto anche la sua proprietaria ma per sua fortuna arriviamo tutte.
Decidiamo di prendere la situazione in mano, avremmo attaccato noi i cavetti e avremmo fatto ripartire la macchina.
Per fortuna il fato era dalla nostra, un eroe viene a salvarci prima che ci arrostiamo con i cavetti.
fa partire la macchina, salva la situazione e sgomma con Giuliano Palma a palla sulla stradina di campagna per sincerarsi che riparta per bene.
Tra ritardi e imprevisti la riunione inizia con un'ora di ritardo.
Siamo 4, niente faretto questa sera.
Tutte dentro, attorno ad un tavolo dei nanetti, con una lampada che proietta cuori nei muri.
Ci confrontiamo sulle nostre idee sul giornalino, ci dividiamo i compiti.
Mentre parliamo vedo i visi delle altre impallidirsi, guardare dietro di me, davo le spalle alla porta in quel momento.
Mi giro. Un losco figuro ci guarda attaccato al vetro satinato, non capiamo chi è.
Prova ad aprire la porta sbattendo.
Cuore in gola.
Continua sbattere, punta una torcia.
Stiamo per morire, lo sappiamo, e nessuna si muove. Accettiamo tutte il nostro destino, mestamente.
Capisce che la porta è chiusa, prova con l'altra.
E' Luca, l'eroe, lo malediciamo, riprendiamo fiato.
Inciampa sul bambino che è nell'ovetto rischiando di schiacciarlo...
Battute tra donne sulle differenze di genere.
La riunione prosegue tra chiacchiere, risate, tante risate, proposte inverosimili e altre improponibili per rubriche insolite.
Ce ne andiamo con i compiti per casa, felici di aver trascorso una divertente serata tragicomica.
Possiamo intanto darvi qualche anticipazione:
il giornalino uscirà una volta al mese, potrete abbonarvi o comprarlo sporadicamente presso la nostra scuola o nei punti convenzionati. Ci sarà una rubrica mai vista tenuta da una mamma, che solo per quella varrebbe la pena abbonarsi a vita.
Il nostro obiettivo è quello di informare ma in modo allegro, frizzante, autoironico, perché chi l'ha detto che di genitorialità o educazione se ne può parlare solo con toni seri, importanti o utilizzando tecnicismi ostici ai più??
Noi ci proviamo, e se qualcuno è interessato a partecipare basta mandare una mail a lilliput2009@hotmail.it .












Domenica 29 settembre, al via le attività di Serendipità

udite udite ! Super domenica a Serendipità con due proposte per tutta la famiglia.
 
Per chi è curioso di vedere la nuova scuola, per chi non crede che sia possibile cucinare una carbonara deliziosa senza uova e pancetta, per chi ha sempre sognato di avere un erbario, per chi crede in noi e ci sostiene e per chi ha voglia di passare una domenica mattina all'aperto in piena campagna.
Il corso di cucina di sabato 28 è stato spostato a domenica 29 in concomitanza con il laboratorio per bambini.
 
 
Per chi volesse usufruire di entrambe le attività, il costo è di 20 euro, i mariti vengono gratis e per il secondo bambino il laboratorio viene solo 3 euro.
 
Potete dare conferma entro sabato mattina, chiamando il 3406616825, o mandando una mail a lilliput2009@hotmail.it
 
 
Come raggiungerci:
 
Superate San Paterniano, girate a sinistra per Villa San Paterniano, dopo 500 mt sulla vostra sinistra troverete un cartello con scritto b&b hammam (andate piano perché non si vede molto bene), girate lì, la nostra è la prima casa sulla destra.

martedì 24 settembre 2013

sulla musica ci sono i castelli ...

Mercoledì, giornata della musica a Serendipità.
Nella nostra programmazione ogni giorno segue un tema specifico, legato in particolare ad uno dei sensi, o a più contemporaneamente.
Abbiamo aspettato tre settimane prima di partire con questa proposta, per dare tempo a tutti i bimbi di ambientarsi bene e di entrare in armonia con le varie routine che scandiscono la nostra giornata.
Quello che chiamiamo ritmo, e mi riferisco proprio al significato musicale.
Quando penso alle loro giornate e alla sequenza dei vari momenti, mi viene in mente una melodia ritmica, una canzone.
Cantiamo molto con i bambini.
Ogni passeggiata, ogni gita diventa un canto, che prende forma in quel momento per poi sparire.
Vite che prendono forme sonore e forme sonore che prendono vita tracciando i nostri cammini.
Avete presenti le "vie dei canti" che Chatwin descrive nell'omonimo libro?
Noi, come gli aborigeni, cantiamo i nostri tragitti, le tappe che facciamo, gli ostacoli che incontriamo.
Ma sono canzoni evanescenti, legate alla situazione, al momento.
Improvvisazioni canore che nascono da chissà dove per poi rimanere legate a quella strada.
A volte capita che riprendendo una via, la canzone torna, come se fosse rimasta ad aspettarci, fedele sentinella .

Ma torniamo alla musica. Alla nostra proposta della musica.
Solitamente nelle scuole, a fare musica viene chiamato un esterno.
Qualcuno che viene una volta a settimana, che per un paio di ore propone attività legate alla musica, una persona che a volte si trova da sola con i bambini, perché la maestra ha altre cose da fare.
Gli interrogativi che allora ci siamo poste sono stati:
- ma quella persona che viene una volta alla settimana, quanto li conosce i bambini ai quali propone le attività?
- e quella maestra che scompare come fa a sapere cosa è stato fatto ?
- e se non sa come è stato fatto, come fa a portare avanti un discorso di continuità durante la settimana?
- Cos'è la musica per noi?
Ci siamo risposte così: la musica è ascolto, è suono, melodia, ritmo, produzione, strumento, canto, voce...
Secondo i bambini invece:
"la musica  è per ballare, per ascoltare.
ci sono le favole sulla musica, i castelli."

Io e Veronica abbiamo entrambe suonato quasi sempre nella nostra vita, pianoforte e flauto traverso una, sassofono l'altra, giungendo entrambe alla fisarmonica.
La musica ci ha sempre accompagnate, abbiamo pertanto deciso che avremmo fatto noi musica a bambini.
Perché? E' semplice:
Perché vivendo tutti i giorni con loro la vita scolastica li conosciamo senz'altro meglio rispetto ad un esterno, riuscendo ad interessarli ognuno nel verso giusto, conoscendo le loro inclinazioni e passioni.
Perché la musica ha un'anima, che non cessa quando l'insegnante di musica se ne va, ma vive e pulsa sempre, pertanto, la nostra era anche una necessità di continuità nei giorni successivi.
Tutto questo con grande umiltà, senza nessuna presunzione di saper esattamente come insegnare musica. Abbiamo studiato della letteratura specifica, abbiamo assistito a lezioni, rubando con occhi e orecchie, parlato con chi musica per bambini la fa.

Oggi abbiamo esplorato il suono, minimo elemento musicale.
I suoni della natura, abbiamo sbattuto sassi, strofinato foglie, grattato legnetti.
Abbiamo diviso il giardino in due zone, quella del silenzio e quella del suono, muovendoci da una parte all'altra. Esplorando il silenzio e il suono caotico.
Qualcuno nel silenzio, questo caro sconosciuto, ha detto : " ho paua del silenzio" .
Abbiamo utilizzato il nostro corpo come strumento, scoprendo che possiamo emettere suoni con le mani, i piedi, i denti, le dita, le gambe....
Abbiamo registrato tutti i nostri strumenti fisici, l'abbaiare dei cani, le nostre voci che cantano, le macchine che passano, i trattori che lavorano.

ora tutte le registrazioni sono diventate un cd, di suoni veri, di musica primitiva.
Seduti sul tappeto, davanti allo stereo, proviamo a riassegnare ogni suono alla sua origine, e sapete una cosa...???!? Non è affatto facile... provare per credere

Oggi abbiamo imparato che la nostra voce, che ci accompagna da quando siamo piccoli, in realtà, si è rivelata una sconosciuta; che possiamo suonare anche se non abbiamo nessuno strumento, ma che il nostro corpo è un perfetto strumento; che il silenzio a volte ci spaventa ma ci dà modo di fermarci, ascoltare cose che non avremmo mai sentito, pausa necessaria e magica scoperta.

Domani giornata di cittadinanza attiva, uscita in biblioteca per alcuni e visita ai vicini contadini per altri.
A domani sera per il breve resoconto, con un occhio mezzo chiuso, 3 gatte al fianco e tanta voglia di rendervi partecipi del nostro progetto.

domenica 22 settembre 2013

Corso di cucina con Ilaria Silvestrini


Dopo il corso di sopravvivenza alimentare ormai giunto alla 19esima edizione, una nuova proposta che nasce da dove tutto era partito.
La biologa nutrizionista Ilaria Silvestrini e l’associazione Lilliput si rincontrano per proporvi un nuovo progetto.
Siete rimasti traumatizzati dal corso? Bene.
Tutte le vostre credenze sono andate in crisi ? Benissimo
Avete eliminato la maggior parte dei vostri ingredienti base ? Ottimo
….non sapete più cosa cucinare? Eccoci qua.
Da sabato 28 settembre prenderà vita un corso di cucina per principianti, curiosi, o semplicemente impediti come me, che sono l’anticucina.
Vi aspettiamo nella nuova scuola Serendipità dalle 10 a 12 per cucinare assieme un menù completo, salutare, veloce e creativo.

il menù per questo primo incontro prevede:
- pasta alla carbonara vegana ,
-medaglioni vegetali con maionese senza uova ,
-torta di mele al sapore di nocciola.

Alla fine dell’incontro è previsto un assaggio di tutti i piatti preparati.
Il costo per l’incontro è di 15 euro, per partecipare occorre iscriversi mandando una mail a lilliput2009@hotmail.it, o chiamando il 3406616825.
Le iscrizioni verranno prese fino a venerdì mattina per consentirci di organizzarci al meglio .
Vi aspettiamo

a caccia del verde


Carissimi,
domenica 29 settembre inaugureremo l’inizio dei laboratori per bambini nella nuova scuola Serendipità.
Questa domenica costruiremo una pressa per fiori ed un piccolo erbario.
Poi faremo una passeggiata nei campi e boschetti circostanti per raccogliere fogli e fiori da iniziare a catalogare....
Il laboratorio è rivolto a bambini dai 3 anni in su, il contributo per il laboratorio è di 8 euro a bambino.
Avrà inizio alle ore 10:00 e terminerà alle 12 circa.
Per partecipare occorre prenotarsi, essendo il laboratorio a numero chiuso vi consigliamo di iscrivervi quanto prima.
Per info e iscrizioni potete chiamare il 3406616825 o mandare una mail a lilliput2009@hotmail.it


Come raggiungerci:
Superate San Paterniano, girate a sinistra per Villa San Paterniano, dopo 500 mt sulla vostra sinistra troverete un cartello con scritto b&b hammam (andate piano perché non si vede molto bene), girate lì, la nostra è la prima casa sulla destra.

venerdì 20 settembre 2013

riunione dei genitori

Di ritorno dalla scuola. Dopo 15 ore.
15 ore che non possono essere definite lavoro.
15 ore di vita, trascorse con chi vita lo è da poco e chi da un po' di più.
Dalla scuola abbiamo visto il sole salire, lo abbiamo sentito picchiare a mezzogiorno, scendere e goderci la luna che faceva capolino. Tutti insieme.
Oggi è venerdì, giorno di riunioni per i bambini e i genitori di Serendipità.
Ogni due settimane ci vediamo con le famiglie per confrontarci su come sta procedendo la scuola, da due punti di vista, il nostro e il loro.
Noi narriamo le avventure che viviamo, i progressi che scorgiamo, le modifiche necessarie al progetto in itinere e le nuove proposte.
I genitori d'altra parte ci riportano la scuola con i loro occhi, quelli con i quali guardano i loro figli una volta tornati a casa; con le loro orecchie, con le quali ascoltano i racconti che i bambini fanno; con il loro cuore, che coglie quello che i bambini non dicono.
I genitori erano tutti presenti, tranne un paio, per impegni concomitanti.
E anche tutti i bambini erano con noi, e tra loro c'era chi non era mai tornato a casa dalle 8:00.
I piccoli sono stati tutti bravissimi, hanno gestito bene la stanchezza, hanno giocato fuori in giardino lasciandoci campo libero dentro la scuola per confrontarci.
E anche alcuni papà sono stati molto in gamba, hanno gestito bene la stanchezza, hanno giocato fuori in giardino con i bambini ... ;)

La riunione di Serendipità prevede un confronto alla pari con le famiglie, come co-responsabili della crescita dei bambini.
Seduti in cerchio abbiamo la possibilità di guardarci negli occhi, tutti, senza ostacoli.
Ognuno è importante, nessuno è al centro della scena, nessuna lezione frontale.
Ogni genitore può proporre, criticare, raccontare.
Ci siamo accordati sui turni per i giorni a seguire, per portare i bambini in biblioteca, per fare la spesa, per lavare i piatti, ecc..
Abbiamo proiettato le foto scattate in queste prime due settimane di scuola, come quando da piccoli guardavamo le diapositive. Tutti insieme, al buio, il muro che magicamente si fa schermo.
E tutti insieme come una famiglia a sorridere delle facce buffe dei nostri figli, a commuoverci per delle foto particolarmente belle, a ridere di scatti divertenti, e in quel momento i figli erano di tutti.
Ci siamo divisi in gruppi di lavoro che si occupano di tematiche specifiche: gruppo pedagogico, giornalino, cura dell'area esterna, orto.
Sono gruppi ai quali si può partecipare facoltativamente, con lo scopo di organizzare al meglio la gestione che comporta una scuola come la nostra, di approfondire argomenti educativi e di sentirsi parte attiva del posto che il proprio figlio vive, frequenta, respira quotidianamente.
Prendendo le adesioni ai vari gruppi siamo rimaste colpite di come i genitori si fossero segnati senza troppo pensarci.
Abbiamo fatto passare un foglio, timidamente, con il timore che sarebbe potuto tornare indietro con degli spazi vuoti.
Invece quando lo abbiamo ripreso in mano, ci siamo lasciate stupire da una lunga lista di nomi.
A questo punto vorrei ringraziarvi.
A tutti voi genitori, grazie.
Perché avete sempre creduto in noi.
Perché ci avete ascoltato, ci avete dato tempo.
Avete permesso alle cose che vi dicevamo di sedimentarsi dentro di voi.
Perché ci avete dato fiducia e non avete mai smesso di dimostrarcelo.
Perché vi siete messi in gioco, avete compreso l'importanza della vostra presenza e non vi siete mai risparmiati.
Ringrazio chi ha sacrificato vacanze, viaggi, riposo, finesettimana, tempo, risorse.
Ringrazio tutti, perché quando abbiamo passato brutti momenti, vi siete stretti forte forte attorno a noi, come una famiglia.
Avvolte dal vostro calore abbiamo potuto riposare gli occhi stanchi dalle lacrime,  e quando eravamo pronte avete allargato le vostre braccia, ed eravate tutti lì attorno a noi, con un dolce sorriso sulle labbra.
E noi siamo rinate.
Grazie per esserci.






giovedì 19 settembre 2013

Prima gita

Secondo giovedì di scuola, prima gita per i piccoli di Serendipità.
Per noi niente pulmini, niente cartellini al collo in caso di smarrimento in stile bagaglio nella stiva, ma solo stivaletti di gomma e tanta voglia di scoprire cose nuove.
Decidiamo di fare una gita a sorpresa, i bambini non sanno nulla.
Ieri, Osimo, San Giuseppe, patrono della città, festa in suo onore.
Nel marasma di persone che si accalcano lungo il corso scorgo Mario, il nostro vicino ultraottantenne. Lo fermo, "Mario, possiamo venirti a trovare con i bambini", " Certo, quando volete", " Anche domani?", " Si, si, anche tutti i giorni".
E' bastato poco, nessuna telefonata, nessuno stress da organizzazione, solo due scambi di battute.
Durante l'assemblea mattutina avvisiamo i bambini della possibilità di fare una gita.
Chiediamo loro, sapete cos'è una gita? Tutti i bambini che hanno avuto esperienze scolastiche presso altre scuole rispondono, " certo che lo sappiamo, è quando si prende il pulmino". Proviamo ad indagare, cos'altro si fa oltre a prendere il pulmino?? Ma le loro risposte deviano sempre sul pulmino.
Deduciamo 2 cose:
- i bambini adorano il pulmino;
- la gita che hanno fatto non ha lasciato molta traccia in loro.
Cos'è una gita allora?
Mi torna in mente un passaggio della pedagogia della lumaca, quando Gianfranco Zavalloni incinta gli insegnanti a portare i loro alunni in gita in bici o a piedi e riporta le parole di Franco Cassano sul valore della passeggiata:
" Passeggiare è un'arte povera, un far niente pieno di cose[..] Passeggiare vuol dire partire per arrivare, ma senza impegno, perché ci si può fermar prima, cambiare percorso, inseguire un'altra idea, prendere una strada secondaria, fare una digressione.[...] Passeggiare talvolta è un perdersi breve, in un piccolo spazio, una microfisica dell'avventura, da cui si torna con una storia da raccontare. [...] Passeggiare non serve per tenersi in forma, ma a dare forma alla vita, a farle capire le proporzioni, è la modesta preghiera degli arti inferiori".
Mi piacerebbe che i bambini della nostra scuola scoprissero la bellezza della passeggiata, dei tempi lenti, della possibilità di cambiare percorso o idea strada facendo, di essere gli attori del proprio viaggio, non gli spettatori davanti ad un finestrino che si affaccia su un paesaggio che corre sempre troppo veloce.
La gita dovrebbe essere un momento per uscire dalla scuola, per vedere il mondo, per scoprire cosa c'è aldilà del cancello, oltre il parcheggio, verso l'orizzonte.
Una gita dovrebbe essere scelta da tutti, ognuno dovrebbe avere la possibilità di fare la sua proposta di gestione del tempo concesso per stare fuori.
Sennò sarebbe come essere dei turisti ciechi, sordi e muti. Dietro ad un adulto che ti dice dove andare, come andarci, cosa vedere, quando smettere di vederlo, senza possibilità di dare spazio all'imprevisto, all'incidente.
Così su due piedi, abbiamo preso la decisione di andare in gita, senza averla organizzata, ma con l'idea di seguire gli eventi, gli spunti dei bambini e le situazioni che si sarebbero presentate.
Parto con 9 bambini.
Dobbiamo camminare un po', poi attraversare la strada e siamo arrivati dai nostri vicini, Mario e Domenica.
La strada non è molta, ma già scopriamo cose che il pulmino non ci avrebbe permesso di vedere.
Nello stradino di ghiaia ci sono dei punti dove i sassolini se ne sono andati e con un legnetto possiamo disegnare, se camminiamo al contrario in salita facciamo meno fatica, è arrivata la posta, e non ce n'eravamo mai accorti.
Per attraversare la strada scopriamo che non basta guardare, ma occorre soprattutto ascoltare.
Dove le auto passano raramente arriva molto prima il suono che l'immagine.

Arriviamo da Mario e Domenica, suoniamo.
Niente.
Proviamo a chiamarli all'unisono, ancora niente.
Chiedo ai bambini : " E adesso? Che si fa?"
Io che già immaginavo di dover far dietrofront e ripiegare su qualcos'altro sento loro che dicono " Li aspettiamo", come se fosse l'unica risposta possibile.
Decido di ascoltarli.
Nel frattempo scopriamo che se stiamo troppo al sole iniziamo a vederci male....
Giriamo la casa e troviamo un meraviglioso campo dove attendere, la più bella sala d'aspetto che io abbia mai visto.
Nel cielo ci sono le nuvole, sembrano pesci, pesci che nuotano.
Proviamo a nuotare come loro.
Vediamo in lontananza dei grandi trattori, sputano la terra.
Alcuni si sdraiano, chiudono gli occhi, gioisco della loro leggerezza.
Stiamo lì una mezzoretta, poi vediamo il cane, Camilla, che si agita, fa le feste. Domenica è tornata.
I bambini la chiamano a gran voce, ci viene incontro, felice di vederci.
Ci fa entrare, prima tappa, casa sua.
I bambini di fronte a tante porte chiuse chiedono cosa ci sia dietro, Domenica non sta più nella pelle di fronte a cotanta curiosità.
Apre porte, mostra stanze, camere da letto, bagni, garage, orgogliosa di quello che ha costruito. Quella è tutta la sua vita, e ce la mostra con grande fierezza.
Le chiediamo degli animali. Ci assicura che ci li avrebbe mostrati ma non prima di essere passati per la sua cucina. Tira fuori succhi, bibite, biscotti, bicchieri, piatti, sedie. Sembra il compleanno di qualcuno.
I bambini sedotti da questa figura a metà tra una nonnina e una creatura delle fiabe si siedono senza proferir verbo, mangiano i biscotti, provano ad imbastire un dialogo con Domenica che però risponde solo " MAngia, mangia, non fare complimenti. Ne vuoi ancora?? Mangia". Provo a spostare l'argomento sugli animali, sul perché della nostra visita, ma vengo zittita anche io con un biscotto.
Ostaggi delle sue premure siamo tutti sulla stessa barca, io con loro, tutti nipoti da sfamare ai suoi occhi.
E come nella più classica delle fiabe è il più piccolo a salvare la situazione, rifiuta deciso un biscotto e dice : " Ma quando andiamo dagli animali?".
Domenica come ridestata da un sogno familiare, si blocca, lo guarda, guarda me, chiude la bottiglia che ha in mano e dice " andiamo dai".
Prima passiamo per il cucinino, ennesimo trofeo da mostrare.
A. le dice che è tutto molto bello, e i suoi occhi si riempono di commozione.
Il racconto prosegue con noi che andiamo nella fattoria, che vediamo i maiali, le pecore, i tacchini, i conigli, le galline, che raccogliamo piume e ce ne andiamo con mazzi di basilico da annusare.
I bambini sarebbero rimasti molto di più, io con loro, ma seppur all'insegna della lentezza la nostra gita deve volgere al termine.

Oggi abbiamo imparato tante cose importanti.
Che la gita non è il pulmino, che la fattoria non sono solo gli animali ma anche le persone che ci vivono, che a volte occorre mandar giù qualche biscotto controvoglia e che stare assieme, passeggiare con calma, senza nessuna ansia di dover raggiungere obiettivi prefissati è la più bella opportunità che si possa avere.











mercoledì 18 settembre 2013

ispirazioni


“ Ora sai che non sai. I bambini non sono così come pensavi che fossero, sono una cosa tutta diversa. Senza sapere bene dove ti porterà, tu stai cercando una strada.

Ti sei perduto? Ricordati che non è un disonore smarrirsi nell’immensa foresta della vita. Anche se hai sbagliato strada guardati in giro con curiosità e scorgerai un mosaico di immagini bellissime. Soffri? La verità nasce dalla sofferenza. […]  Sii te stesso, cerca la tua strada. Cerca di conoscere te stesso prima di voler conoscere i bambini. Renditi conto di che cosa sei capace prima di delimitare la sfera dei diritti e dei dovei dei bambini. Fra tutti quei bambini tu stesso sei un bambino che devi conoscere, allevare ed educare. Uno degli errori più perniciosi è pensare che la pedagogia sia la scienza del bambino e non dell’uomo.” 

Janus Korczak

lunedì 16 settembre 2013

Serendipità

Ci siamo.
Dopo averla tanto sognata, immaginata, costruita, eccola davanti a noi.
La nostra estate passata a lavorare sodo, a non concederci neanche un giorno di vacanza perché il tempo era poco, le tante serate dei vari cicli d'incontri trascorsi con i genitori a confrontarci hanno dato i loro frutti.
Serendipità è nata e sta bene.
E' nata di lunedì mattina, in una giornata di pioggia.
Ora stiamo approfondendo la nostra conoscenza.
I bambini intessono relazioni, nuovi amori sono nati e noi adulti siamo in costante osservazione per sostenerli al meglio nel loro sviluppo.
Tra le varie proposte che facciamo la natura circostante ci regala splendidi incontri e sorprese.
Ci piacerebbe potervi narrare questa meravigliosa storia giorno dopo giorno, ma sappiamo già che non saremmo in grado di mantenere la promessa.
Proveremo a fare del nostro meglio per rendervi partecipi di ciò che accade.
In passato alcuni di voi ci avevano chiesto in che maniera potevano sostenere la scuola.
Nella barra in alto a destra troverete la sezione "sostienici", dove troverete tutte le informazioni necessarie.
Vi anticipiamo che stiamo lavorando anche ad un giornalino, a breve vi aggiorneremo su come partecipare all'iniziativa.
un caro saluto dai serendipitesi