mercoledì 24 settembre 2014

mosti e altre storie

Serendipità: lo scoprire qualcosa di inatteso e importante che non ha nulla a che vedere con quanto ci si proponeva o si pensava di trovare. Attitudine a fare scoperte fortunate e impreviste; capacità di cogliere e interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale.

Serendipità si conferma il nome perfetto per la nostra scuola, e per il nostro approccio educativo.
Ci sono i montessoriani, gli steineriani e noi saremo le serendipiane.

Un piccolo esempio accaduto questi giorni a conferma di quanto appena scritto.

L'altro ieri, ce ne stavamo belli belli nel campo a fare un passeggiata post merenda, quando ad un certo punto vediamo nel nostro terreno due cani.
La prima cosa che ho pensato è stata :" ecco che il presagio dei genitori si è avverato! noi nel campo e un branco di cani feroci e sconosciuti che ci attacca!"( forse non ho ancora affrontato il capitolo scenari drammatici dei genitori, ma credo che il titolo dica già molto...).
Per fortuna il realismo dei bambini mi è venuto incontro, salvandomi dai pensieri più strampalati di difesa contro i canidi di fronte a noi. Erano i cani dei vicini.
I nostri vicini ultra ottuagenari, Mario e Domenica, ricordate? Quelli che ci rimpinzano di biscotti quando li andiamo a trovare e che hanno la fattoria .
Insomma, i bambini corrono incontro ai cani, Camillo e Camilla, abbracciandoli e accarezzandoli.
Ora, il fatto è che non era mai successa una cosa simile, Camillo e Camilla non si erano mai allontanati prima d'allora.
Giustamente preoccupati, decidiamo di andare su dai cari vecchini, a restituire i cani, a controllare il loro stato di salute, a indagare sulla vicenda e... a mangiare qualche biscotto ovviamente ...
Partiamo con i cani, senza guinzaglio, ma che per fortuna ci ascoltano.
Ci sediamo sul ciglio della strada provando a fermare macchine.
Ora ( qui si apre un altro capitolo), io capisco che non è usuale vedere una ragazza vestita in modo strampalato ( di solito a scuola metto vestiti da battaglia, per intenderci quelli di mia nonna, cappelli, di paglia, stivali fluo, vestiti di vari colori il tutto corredato da almeno un paio di macchie di fango), con una reflex in una mano, un cestino di vimini nell'altra, sbracciare in mezzo alla strada per fermare le macchine (ricordiamo che la scenetta è corredata da un numero variabile di bambini con un'altra educatrice sul prato vicino la carreggiata). Ma da qui ad urlarmi che sono pazza o ad accelerare, o a sgranare gli occhi e mettere le sicure agli sportelli ne passa....
Tante volte ho provato ad indagare nella mente di tutti quelli che non si sono mai fermati per farci attraversare, pensano forse che verranno attaccati?! o che faremo loro l'elemosina? O che proveremo a vendergli dei cani?? Mah...

Comunque, tornando a noi, riusciamo a fermare una macchina, attraversiamo, con tanto di cani, ci arrampichiamo nel campo di Mario e Domenica e .... Serendipità!!
Mario, Domenica, Angelo e Angela ( rispettivamente figlia dei vecchini e marito), stanno per iniziare la vendemmia.
E allora che facciamo?
Però avevamo danza in programma... Pazienza, c'è da vendemmiare e vendemmieremo!
Se c'è una cosa che questa scuola mi ha insegnato e mi sta insegnando, è la capacità di lasciare tutti i piani e i progetti fatti, per seguire con fiducia quello che la vita ci offre.
Senza ansia, senza rimorsi.
Insegnare ai bambini, e non solo,  a prendere la vita per quello che è, uno scorrere di eventi, spesso imprevisti, ognuno dei quali ci mette di fronte a delle scelte, prendere o lasciare. Una sorta di continuo allenamento ai pesi che diamo alle cose. Inoltre è un invito alla lentezza, all'osservazione di quello che sta accadendo, alla flessibilità utile a stravolgere i piani, senza creare caos per i bambini, ma con la naturalezza necessaria per rendere quel momento improvviso una parentesi di crescita importante.
Un continuo promemoria a non essere arroganti nei confronti della vita, a non tentare di tenere tutto sotto controllo, sotto lo scacco della nostra paura, che ci impedisce di affidarci a ciò che accade.
Badate bene, noi a scuola abbiamo una programmazione molto definita, per niente affidata al caso.
Il confine è sottile, tra l'avere una programmazione ( quindi avere degli obiettivi e ipotizzare vie per raggiungerli) e l'essere pronti a modificarla a seconda degli eventi.
Gli obiettivi rimangono gli stessi, ci vuole grande elasticità a cambiare la via.

Mi sono persa di nuovo...
Eravamo nel campo, a vendemmiare, corro a scuola a chiamare tutti gli altri bambini interessati.
A questo punto, siamo 18, anzi 21 curiosi e volenterosi invasori.
Dopo aver vendemmiato, portiamo su con il trattore l'uva.
Gli acini vengono separati dai raspi, poi spostati su un torchio che fungendo da filtro, lascia passare solo il mosto. Questo viene poi spostato in una botte dove riposando diverrà vino.
Non me ne vogliano gli esperti di vino se ho fatto errori nei vari passaggi, in fondo sono una pazza che ferma macchine in mezzo alla strada...
Oltre agli odori, alle mani impiastricciate dai centinaia di acini che sono stati mangiati dai bambini con avidità e piacere estremo, provate a immaginarvi la scena, arricchendola con altri dettagli sonori.
Quelli dei discorsi tra Mario e Domenica, di origine abruzzese, e la figlia e il marito.
Tra loro battute e schiamazzi, con i bambini discorsi irripetibili per oggettiva impossibilità a tradurre il misterioso idioma da loro inventato per comunicare...

Alla fine riusciamo anche ad estorcere un litro e mezzo di mosto a Domenica e ce ne torniamo a scuola tenendolo alto come un trofeo.

Oggi, la seconda Serendipità.
Un amico ci chiama dicendoci che avrebbe avuto la mattinata libera, e se poteva esserci d'aiuto in qualche modo.
Non ci saremmo certo lasciate sfuggire questa occasione, e così riguardando il video fatto ad Angela, dove spiega la ricetta delle ciambelle di mosto, trascriviamo ingredienti e dosi e mandiamo il nostro amico in missione.
Una volta arrivato a scuola, non c'è bisogno di dirgli nulla.
Infilata la parnanza eccolo già in mezzo ai bambini, a impastare, mescolare quello che all'inizio sembra un blob informe che progetta l'invasione e che poi, piano piano, acquista un aspetto civile e domabile.

La giornata alla fine si chiuderà con la scuola che profuma di mosto, con una ciambella gigante ( il mostro di mosto) 3 mega pani che domani diventeranno biscotti e bambini e adulti che non escono da scuola senza aver prima preso una fetta del mostro.


E noi, dovevamo fare danza....

L'ultimo pensiero di questa sera, va a tutti coloro che ci hanno aiutato,e che ci aiutano quotidianamente, ognuno con quello che può dare e sa fare.
In particolare questa sera ringrazio una nonna che oggi ci ha donato un'emozionante sorpresa, celata dentro una macchina da scrivere.




emily

domenica 21 settembre 2014

meno una?... no, una in più !

E la prima settimana è andata.
Dopo le continue richieste da parte di tutti i curiosi riguardo l'inizio di questa nuova avventura eccovi un breve resoconto di questi primi 5 giorni di Serendipità.
Serendipità è una comunità di persone che si ritrovano attorno a degli ideali, creando una cornice di intenti e valori all'interno della quale progettare in maniera condivisa le attività per i bambini che ne fanno parte.
Questa prima settimana è stata davvero idilliaca.
23 bambini, 4 adulti, 1 volontaria e un tempo davvero clemente.
Questi i numeri.
Poi ci sono le emozioni, quelle da nodi in pancia della scorsa settimana, che si sono sciolte immediatamente lunedì mattina di fronte alla serenità dei bimbi e dei loro genitori.
Le lunghe giornate sono trascorse con la rapidità tipica di quando si fa qualcosa di molto piacevole e appagante, con un senso di familiarità come tra chi si conosce da anni.
Il primo giorno durante la grande tavolata per il pranzo in giardino, mi è sembrato che non avessimo aperto da poche ore, ma da mesi.
Come se quello fosse il nostro posto da sempre.
Felici, attorno ad un tavolo degno di una rimpatriata di famiglia, con le farfalle sopra le nostre teste, i campi aperti attorno a noi in un abbraccio caldo e accogliente e un clima di totale benessere.
I nuovi bambini sono stati accolti dai "veterani" con la semplicità di cui solo i bambini sono capaci, amici da subito, senza distinzioni di età e sesso.
Nessun gruppetto, nessuna esclusione, ma fluidità nei loro rapporti, a seconda del gioco in corso.

E la programmazione? E le lezioni?? E le unità didattiche??? Ma...i progetti?!?!
Da noi la programmazione segue lo scorrere degli eventi, delle stagioni, delle individualità che mutano.
Certo, abbiamo un canovaccio che seguiamo, teorie di riferimento alle quale ci ispiriamo, ma tutto ciò che avviene accade perchè in quel momento ha un senso per i bambini, perchè nasce da un campo di girasoli secchi che cattura il nostro interesse, da una maglietta dei pirati che dà il via a un laboratorio di costruzione di vascelli di legno e vele cucite a mano dai mille colori.
Così nascono avventure, dense di significati ed emozioni.

Per i bambini delle elementari, ogni giorno è prevista un'ora e mezza di lezione, più un tutoraggio individuale.
Loro possono scegliere se partecipare o meno, e il rifiuto è accettato, permesso, tutelato.
Poi però se ne parla, si cerca di capire, di superare l'ostacolo e trovare il modo di garantire loro la costruzione della famosa cassetta degli attrezzi, necessaria alla vita.
Leggere, scrivere, contare, fanno parte della quotidianità.
Abbiamo osservato che accettare il loro rifiuto con tranquillità, permettendo di continuare a svolgere ciò che in quel momento interessa, non è una perdita, ma un guadagno.
Non associano alla lezione un significato pesante, di obbligo, di dovere, ma un piacere di cui godere quando vorranno.
E così accade che dopo essersi rifiutati di partecipare, li rivedi sbucare da dietro l'angolo, osservare dapprima per poi reinserirsi.
Accade così che alle 15:00 ti chiedono ancora di fare quelli che loro chiamano compiti, o che all'arrivo della mamma non vogliono andare perchè vogliono terminare delle attività di matematica.
Oppure che ti ritrovi bambini di 3 anni a lezione, con il quaderno e l'astuccio in mano, oggetti del desiderio per i quali hanno tanto pregato la mamma e il papà.
Con il nostro progetto cerchiamo di far innamorare i bambini alla scuola, al sapere, al desiderio di conoscere, come ricchezza per la loro vita e non come obbligo.
Il piacere deve essere del tutto personale e la motivazione intrinseca all'individuo, non estrinseca come nel caso del voto o del compito in classe.
Poi c'è chi dice : "devono abituarsi subito alla fatica della vita", ed io rispondo " ma tu manderesti un bambino di 6 anni a fare il militare perchè poi lo aspetta la guerra?!", e poi chi l'ha detto che la vita è una guerra, che occorre abituarsi al peggio?!?
La vita è ciò che noi costruiamo, immaginiamo.
Abituiamo i bambini all'ascolto, al rispetto e sarà questo che loro cercheranno e riprodurranno in seguito.
Utopia? Forse.
Eppure con la nostra esperienza parliamo di bambini sereni, curiosi, volenterosi, vitali e sorridenti.
Bambini che la mattina alle sei corrono a svegliare i loro genitori facendosi trovare già pronti con lo zainetto in spalla.

Certo per realizzare tutto questo, di lavoro a monte ce n'è tanto.
Ci sono rinunce, compromessi, accettazioni, sveglie alle cinque e mezza, e documentazioni di tutto quello che accade minuziose che richiedono tempo e spazio.
Ma facendo il bilancio di questa prima settimana, posso dire che non rivorrei nessuna delle cose che avevo prima.
Più tempo per me, più soldi, meno responsabilità.
Perchè vederli sbocciare è un grandissimo privilegio, che solo il tempo regala, accanto a degli adulti in gamba che credono ciecamente nel potenziale umano e sociale che la collaborazione crea.
Far parte di una comunità vera, è uno dei regali più grandi che la vita mi ha dato.
Credere in quello che faccio è un altro.
Lavorare 11 ore al giorno e tornare a casa totalmente rilassata e felice un altro ancora.

Nello specifico questa settimana è trascorsa così:
- siamo andati a trovare la strega nella sua casa, immersa tra i girasoli, con un compagno di viaggio che ci ha incantato con i suoi racconti, seduti e sdraiati sulla calda terra;
- siamo rimasti affascinati dal grande fuoco nel campo fatto dai papà, abbiamo poi osservato la cenere e lavato i panni come facevano i nostri nonni;
- abbiamo cucinato insieme;
- abbiamo studiato da vicino lombrichi, formiche, farfalle;
- abbiamo fatto lezione sull'erba;
- abbiamo creato, inventato, cucito e sfogliato libri d'arte nell'atelier;
- è stato indetto un concorso di pittura: "Ogni bambino potrà dipingere un ritratto del proprio animale. L'animale deve cercare di dipingere insieme al padrone, come due signori che lavorano spalla a spalla", con tanto di volantino, buste personalizzate e fidi postini a recapitarle;
- abbiamo studiato le lettere con i corpi, tra mille risate e la voglia di imparare ( che lettera è quella nella foto?!);
- abbiamo cantato, ballato, abbiamo riso fino alle lacrime.





Approfitto del post per dire che la nostra non è una realtà in opposizione alla scuola pubblica, è solo un tentativo di percorrere un'altra via, e come questa potrebbero essercene centinaia altre.
Ci piacerebbe leggere racconti di altre scuole, di altre realtà.
Ci piacerebbe anche poter avere confronti con più insegnanti possibili, perchè è un nostro profondo desiderio, quello del confronto e della cooperazione.
Chiudo lanciando un messaggio a tutte le insegnanti in ascolto, se siete interessate ad incontrarci, a creare un momento di scambio reciproco, scriveteci a lilliput2009@hotmail.it, noi provvederemo ad organizzare un incontro ad hoc.
Con affetto
emily



domenica 14 settembre 2014

mal di pancia da primo giorno di scuola (ebbene sì!)


E così questa giornata è finita.
Questa domenica fatta di mille ore, di lavoro che non sembra terminare mai, di liste di cose da fare che si allungano invece di accorciarsi, di mani, di mani che lavorano, che aiutano, di bocche che sorridono, che non accennano mai all'ipotesi del fallimento, del noncelafaremomai, mani che rimboccano maniche, pensieri che si coordinano, e soprattutto pance, o almeno una pancia, la mia, con quella sensazione di vuoto, a tratti, e di pieno, di peso, che cos'è, una pietra che fa affondare? una bomba che sta per esplodere? Cos'è questa sensazione che mi accompagna oggi? sarà il mio compagno che è andato a fare un “giretto alla fiera del colombaccio” ed è tornato con un cane, sarà mio figlio che da una settimana va all'asilo e mi ha fatto scoprire il lato difficile della maternità, quello dell'aprire le braccia e lasciare che si perda nella bellezza del mondo, sarà l'aria di condivisione e buona fatica che si respira in questo cantiere, o forse è il pensiero di cosa accadrà domani, in questa piccola scuola raccolta tra i campi, le mille domande che mi hanno accompagnato in questa estate di studio, di ricerca, la voglia di far provar ai bambini l'amore per un libro, per la parola, la parola potente, la parola che libera, la lettura che nutre, la scrittura che svela, riuscirò a trasmettere loro tutto questo? eppure sento che ciascuno di loro, ognuno di questi cuccioli preziosi che domani inizierà il suo percorso a serendipità, troverà la sua strada: che ciò avvenga dentro le pagine di un libro o arrampicato su un albero col naso all'insù poco importa. Eppure questa sensazione non mi abbandona, sono emozionata, trepidante, un nodo si stringe lì in vita dove paura ed entusiasmo si confondono. Guardo la scuola, sembra impossibile ma ce l'abbiamo fatta, tutti insieme, mai come in queste settimane la nostra piccola comunità ha pulsato, ha dimostrato di credere in se stessa, in questo piccologrande progetto di vita. Guardo la mia insostituibile compagna di viaggio e so esattamente cosa prova, in un'occhiata c'è tutta la felicità dell'anno passato, l'attesa di domani, dell'avventura che inizia, col suo odore di erba appena tagliata, il suo gusto di mattina appena sorta e pronta per essere attraversata, magari con ai piedi un paio di stivaletti e con a fianco nostri cuccioli, compagni in questo cammino. Quel peso che sento nella pancia, allora, forse, è quello di un seme che sta per germogliare, seme che esplode con tutta la sua potenza, con la sua vita, imperiosa, che cerca soltanto di esistere.
Mi sento tanto grata a tutti coloro che hanno buttato qualche giornata o anche solo qualche ora di questo ultimo goccio d'estate nella rimessa a nuovo di serendipità, perché hanno creduto con noi che fosse importante per i nostri piccoli semi, i nostri figli, trovare un terreno bello, curato, ricco d'amore in cui affondare le radici
prima di lanciare i propri rami lontano
alla ricerca del cielo

grazie

veronica

domenica 7 settembre 2014

per fare un sogno ... ci vuole un gruppo di visionari col trapano....

Ci voleva un messaggio di mia madre per rompere il mutismo di questo blog: " e non vedo l'ora di leggere una tua cronaca dei lavori a Serendipità sul blog".
Quali lavori ?!?
Eh eh miei cari, quest'anno la nostra avventura ripartirà con delle grandi novità.
Escludendo una donazione stratosferica da un ricco mecenate, una scuola volante e un dinosauro nel cortile, sono costretta a farvi abbandonare le vostre visioni ( o le mie...) per svelarvi la realtà dei fatti.
Abbiamo deciso di osare, contro tutti e contro il tempo, e la nostra scuola da un piano che era, è miracolosamente lievitata, andando ad aggiungere ulteriori due piani per i bambini.
Così dalla prossima settimana i bambini troveranno una scuola completamente rinnovata, e mentre Renzi sventaglia innovazioni nel sistema scolastico pubblico, i bambini che da lunedì cominceranno troveranno una scuola a tre piani, con atelier, falegnameria, palestra, spazio completamente rinnovato, grandi porte finestra che a guardar fuori sembra di stare sopra gli alberi.
Penso a L. uscito dalla scuola tradizionale, al quale le maestre proibivano di guardar fuori perchè le foglie degli alberi che lo attraevano magicamente rischiavano di fargli perdere tempo.
Penso a G, appassionata di autoproduzione di abiti, che troverà macchina da cucire, lane, stoffe, nastrini pronti all'uso.
Penso a B. C. D. E......e a tutti gli altri, che avranno un camino in "classe" a scaldare l'ambiente, una palestra dove faranno circo, movimento creativo e musica e danze popolari.
Penso a N. e alla sua attività di ristorazione nel boschetto, che rinnovato come ora, potrà ospitare molti più clienti.
Penso ad A. e a M., alla loro passione dell'orto, ora tutta da coltivare grazie a Stefano, a Lorenzo, a Federica e a tutti coloro che hanno lavorato la dura argilla del nostro ettaro e mezzo di terra.
Ma soprattutto penso a tutti i genitori, che hanno sacrificato gli ultimi giorni di vacanza per ripulire la scuola, spazzando, spolverando, spicconando le buche nella strada, potando gli alberi, preparando la legna, montando file e file di parquet, pitturando e portando le birre !
Penso ad un nonno, che ha trascorso l'ultimo mese a ripulire il giardino invaso dalle ginestre e dalle piante selvatiche.
Ma non vi ho detto la seconda novità.
Dalla prossima settimana Serendipità ospiterà le elementari.
E così tra meno di 10 giorni, 7 piccole creature daranno vita a quella stanza tutta dedicata a loro, tra microscopi, materiali montessoriani, giochi didattici autocostruiti e libri regalati da editori e grossisti della zona.
Due grandi sogni si sono realizzati quest'anno, per i quali ringraziamo tutti prima di partire.
E io maestra dei piccoli e di matematica non nego di non stare nella pelle e come da bambina sogno in anticipo il primo giorno di scuola.
Sarò all'altezza? finiremo in tempo i lavori? riuscirò a gestire quest'anno senza il mio compagno che, per motivi lavorativi, è ormai un cittadino tedesco?
Intanto mi cullo tra i progetti creati, tra le pagine e pagine di appunti presi durante un'estate passata a studiare con passione ed entusiasmo.
Partendo dalla storia della matematica e dalle sue origini ( perchè, a mio avviso, non si può provare a trasmettere qualcosa che non si conosce e padroneggia....), ai problemi relativi alla didattica ( come apprendono i bambini?!), allo studio dei programmi ministeriali fino alla declinazione degli stessi in attività autentiche e motivanti per i bambini.
Mi scattano mille pensieri attorno alla scuola pubblica.
Provo a mettermi nei panni di qualche insegnante che riceve pochi giorni prima dell'inizio della scuola un incarico per una materia che non ha mai insegnato.
Immagino la sua difficoltà, la sua paura, la sua corsa contro il tempo per prepararsi.
Ma qui si aprirebbe un capitolo immenso e spinoso, che rimanderei ad un secondo atto di questo lungo post...
Vorrei solo dire che credo che tutti facciano del loro meglio, ma purtroppo non sempre si è nelle condizioni adeguate per farlo come si vorrebbe.

Vi lascio con qualche foto, a testimonianza e ricordo di questi giorni, aspettando quelle a lavori conclusi per presentarvi la Serendipità rinnovata.
Approfitto anche per fare un appello.
Siamo alla ricerca di alcune cose, magari tra la lista che segue ne avete qualcuna che non vi serve o desiderate donare ai bambini, in particolare cerchiamo:
- enciclopedie varie;
- una macchina da scrivere;
- librerie e mobili vari, anche obsoleti che possano essere modificati.
- materassi piccoli, quelli dei lettini per intenderci.
Se avete qualcosa potete mettervi in contatto con noi scrivendoci a lilliput2009@hotmail.it