sabato 30 aprile 2016

centro estivo

Dal 13 giugno al 29 luglio Serendipità apre i battenti a tutti i bambini dai 3 anni in su .
In un contesto naturale ed educativo, i bambini saranno liberi di esprimere se stessi, di sperimentare, di collaborare e inventare.
A fianco alle proposte della nostra realtà ( falegnameria, teatro, danza, educazione cosmica, cura delle capre e degli abitanti del luogo, passeggiate, riconoscimento piante, laboratori manuali, tessitura, cucito, uncinetto, ecc...), i bambini saranno liberi di proporre e scegliere come gestire il proprio tempo.
Le attività prenderanno le mosse dalle assemblee dei bambini, organi decisionali delle esperienze libertarie.
La nostra pedagogia trae spunti da :
- approccio libertario;
- pensiero Montessoriano;
- comunicazione non violenta;
- pedagogia della lumaca di Zavalloni;
ma anche da Alice Miller, Emmi Pikler, Janus Korczak, Gardner e dalle recenti teorie e ricerche delle neuroscienze che sottolineano il valore dell'esperienza come momento fondamentale per lo sviluppo delle funzioni cognitive.

Per chi si iscrive entro il 13 maggio sarà applicato uno sconto alla tariffa totale.
Per info sui costi e le modalità di iscrizione potete inviare una mail a lilliput2009@hotmail.it

martedì 19 aprile 2016

21 anni

Ho 21 anni.
La mia terra è lontana.
Così lontana che anche i ricordi iniziano ad esserlo.
Ricordo la polvere in bocca, i colori della vita in tutte le sue forme che trasudano speranza.
Ricordo i miei amici, ogni tanto ci sentiamo.
Mi mancano.

Lavoro da quando ho 4 anni.
Ricordo le scintille della saldatrice negli occhi, a dire la verità sono le mie cicatrici a ricordarmelo.

Mio fratello ha 4 anni.
Sta male.
Una pentola di acqua bollente addosso.
Provo una sensazione di vertigine e stordimento a pensarci.
Il corpo ustionato, con quel sole cocente coi tuoi 4 anni.

In paese dicono sia stata una maledizione.
Odio le maledizioni.
Anche per questo sono andato via.

E poi il cammino.
E poi la barca, se proprio così vogliamo chiamarla.
E poi il mare.
E la notte, e il buio e il silenzio e lo sciabordio delle onde.

Ho sempre sognato di vedere il mare.
Fantasticavo di nuotarci mentre le scintille illuminavano il mio corpo.

Forse voi non riuscite ad immaginare cosa possa voler dire stare dentro un guscio di noce rovesciato, pieno fino all'orlo, tanto che i bordi coincidono col mare sconfinato.

L'acqua entra, il freddo avvolge le ossa.
La sete asciuga le bocche e gli occhi.
Il resto è terrore.

Una traversata sulla schiena di un coccodrillo affamato.

Non voglio la vostra compassione, non me ne faccio nulla del vostro peccato originale,
che poi di originale non ha proprio nulla.


Ho 21 anni.
Faccio il maestro.
Mi sveglio alle 7:00.
Alle 8:00 sono a scuola con i miei bambini.
Appena mi vedono mi abbracciano e mi sorridono.
Giochiamo in giardino.
Facciamo passeggiate e contempliamo gli animali.
Insegno anche a leggere e a scrivere.

Mi chiamo Salif.
Ho 21 anni.
Vivo in Italia.
Ho il Mali dentro.
Faccio il maestro e insegno la vita.
Prendo al volo i calabroni e parlo alle farfalle.
Ho la delicatezza di una brezza e la forza di un baobab.
Conosco il linguaggio degli animali, me lo ha insegnato mio nonno.
Ora sono alunno e maestro.
Uguaglianza nella diversità è la mia ricchezza.
Lo sguardo il mio metodo.
Per voi sono un clandestino.
Per i bambini il loro maestro.
Insegno la rinascita e la sopravvivenza.

Parlo poco ma ho dentro il mare sconfinato,
e in quel guscio ora mi sento a casa,
col sorriso guardo il cielo
e lascio che la corrente mi guidi.





sabato 9 aprile 2016

Tulipano


C’è stato un momento che più di altri ricordo con nostalgia.
Ricordi il mercato dei fiori?
Mano nella mano indossavamo il nostro amore novello con orgoglio come un prezioso cameo.
Scegliemmo cinque bulbi di tulipano,
rosa antico, così ce li vendettero.
L’autunno fece il suo debutto e ci trovò chini sull'umida terra a scavare il nido che li contenesse,
in attesa di una primavera che ci avrebbe salvati dal freddo.
Poi arrivò l’inverno.
Il mio inverno.
Vidi come la guardasti.
Fui discreta con me stessa,
lanciai un solo sguardo furtivo ai miei sentimenti.
Non volevo essere scoperta.
Nuda sotto il faro dell’inverno.
Allora indossai un cappotto, il più pesante che avevo,
quello di mia nonna, che poi fu di mia madre.
Ho aspettato, vegliando il tuo uscio in attesa di un segnale, una parola, un gesto.
Eri così felice, di una felicità che stentavo a riconoscerti.
Poi iniziasti a parlarmi di lei.
Io,
che da bambina non feci  altro che aspettarti,
cercando ciò che mi era stato negato.
Una violenta scossa di potente magnitudo mi travolse, dilaniando e separando pezzi di me,
e in quell’abisso creatosi precipitai.
Era buio.
E freddo.
Hai mai sentito il rumore dell’oscurità?
Hai mai urlato senza voce?
Sai cosa si prova ad avere il gelo nei piedi e la brina nelle arterie?
Gli occhi si appannano,
i pensieri si fanno cupi e confusi.
Il cuore è il mio bulbo,
il suo nido il mio mausoleo,
la tua gioia la mia tomba.
Poi la paura divenne rabbia,
il sangue si sciolse e come lava eruttò infiammando le periferie.
Ti presi, guardandoti.
Con tutta la potenza delle mie mani strinsi le tue,
piccole e fragili.
La mia paura divenne la tua paura.
La mia confusione la tua eredità.
Dovevi spiegarmi come potesti amarne un’altra,
ma le parole non sono il tuo forte,
non in quel momento e non con me che cercavo di estirparle come erbacce.
Riconobbi quello sguardo.
Un’antica memoria mi disse di averlo già incontrato,
ma non sono mai stata fisionomista.
Sono io tua madre, come hai potuto dispensare affetto ad un’altra donna?
La mia corona di petali appassì immediatamente, temetti di aver perso tutto.
La tua spensieratezza divenne la mia inquietudine.
La mia inquietudine divenne la tua fragilità.
Ora hai freddo.
Copriti.
Prendi il mio cappotto e usciamo, i tulipani sono sbocciati.


Dedicata a tutte le mamme e ai loro cuori, che perdono gocce di sangue di fronte ai primi passi dei propri figli nel mondo.
Dedicata a tutti le mamme che hanno pensato di non esserlo più vedendo l’amore dei figli nei confronti di altri adulti.
Dedicata a tutte le mamme che sono state bambine che hanno avuto cappotti pesanti da indossare che coprivano i loro sentimenti.
Dedicata a tutti i figli che sostengono il peso delle nostre fragilità.
Dedicata a noi esseri umani, così nudi di fronte alla vita.

Dedicata alla vita, che sboccia anche quando ci sembra che sia ancora inverno.

venerdì 8 aprile 2016

Educazione incidentale, Poesia e peer education

Serendipità è ciò che avviene quando si trova una strada mentre se ne cercava un'altra.
Educazione incidentale è la declinazione pedagogica di questo concetto.
Ovvero, sfruttare eventi che avvengono e si presentano spontaneamente, senza che vengano cercati e che divengono trampolini di lancio per ricerche, studi, osservazioni e lezioni.
Che altro non è quello che avviene nella vita.
Alzi la mano chi procede nella propria vita per programmazioni e riesce ad uscirne vittorioso, chi affronta la propria esistenza per unità o per argomenti divisi in compartimenti stagni.
La vita E' un processo continuo di educazione incidentale.

A serendipità convivono bambini di diverse età, in un ventaglio compreso dai 3 ai 9 anni.
Tutti assieme, senza distinzioni.
Ogni fascia ha il suo spazio specifico, con risposte nell'ambiente e nei materiali in grado di rispondere ai bisogni specifici di ciascuna fase di sviluppo psico-fisico infantile, ma poi il movimento di ciascuno è fluido e libero.

I bambini non creano gerarchie, nè differenze.
Non esiste il bullismo da noi, nè l'esclusione, nè l'isolamento sociale.
Le relazioni sono dinamiche e i comportamenti pro-sociali seguono un andamento di crescita esponenziale giorno dopo giorno.

E' dall'inizio dell'anno che i bambini più grandi tengono abitualmente lezioni per i più piccoli, ma da qualche giorno è stata ufficialmente aperta la prima elementare.
Una bambini di 7 anni in assemblea ne ha annunciato l'apertura ;"da oggi aprirà ufficialmente la prima elementare, siete tutti invitati!".
Hanno risposto all'appello in parecchi, dai piccoli di 3 in su.
I bambini hanno organizzato le discipline da insegnare e i rispettivi maestri, hanno costruito quaderni per tutti e provveduto a creare un registro.
Tempo un'ora e la prima elementare è iniziata, il modulo di iscrizione non è necessario in questa scuola nella scuola, neanche l'iscrizione digitale al miur, basta alzare la mano.
Le maestre hanno deciso di iniziare con una lezione di italiano.
I bambini si sono seduti sui banchi, è stato fatto l'appello ed è iniziata la proposta. Dinamica, coinvolgente e calata su ciascun bambino. Ad ognuno è stata proposta un'attività tenendo conto dell'età e del livello di competenze personali. Poi sono stati preparati eserciziari a mano dalle maestre per allenarsi che tenessero conto dell'aspetto ludico e stimolante.
In due ore i bambini sono riusciti in maniera del tutto autonoma e non guidata a dare un ottimo esempio di cosa significhi lavorare sulla zona di sviluppo prossimale, di cosa si intenda per peer education e cooperative learning.
Il risultato? Coinvolgimento, concentrazione, silenzio, serenità e il giorno dopo tutti sono tornati pregando di rifare subito lezione.
Il più bel risultato che una scuola può ottenere è quello di essere amata e i bambini in questo sono  degli ottimi maestri su come fare.

Educazione incidentale è anche cogliere le occasioni che si presentano nel mondo e portarle nella scuola.
Come scrivere ad un poeta che si stima tantissimo e sarà ospite nella propria città per proporgli di vivere una giornata con noi e sentirsi rispondere :"certo!".
Il poeta in questione è Franco Arminio e i bambini già lo conoscevano per via di un suo libro di poesie per l'infanzia che era presente a scuola.
Educazione incidentale è decidere di scrivere un libro di poesie in suo onore e trascorrere così una mattinata intera con musica jazz in sottofondo.
Educazione incidentale è trovarselo in assemblea muto.
Ma come un poeta muto?!
E cercare un modo per farlo parlare, provando ad interpretare il suo ricco silenzio.
Liberata la voce, il poeta dona una storia ai bambini e i bambini una a lui.
Lui racconta recitando Barbablu e noi recitiamo raccontando Sorcetto e Salsiccia, una fiaba marchigiana.

Franco fa il poeta, il paesologo ma anche il maestro, passa tutta la giornata con noi e dice che ogni scuola dovrebbe esser così.
Lo portiamo da Domenica, la nostra vicina ed educazione incidentale è piantare basilico con lei che ci insegna un trucco abruzzese per farlo al meglio .
Educazione incidentale è trovare uno scorpione e scoprire che Salif, il maestro che viene dal Mali, sa come prenderlo senza farsi pungere. Conosce il linguaggio segreto degli scorpioni, del coraggio, della tolleranza e dell'amore. E ci parla della sua terra e degli scorpioni grandi come gatti.

Questa è educazione incidentale.
Questa è una giornata qualunque a Serendipità.
Questo è quello che fanno i bambini.
Questo è il nostro modo per trasmettere loro fiducia, bellezza, poesia e libertà.