lunedì 17 aprile 2017

Nora, la bambina saggia di Kapriole

Resoconto sentimentale della lunga e intensa chiacchierata fatta venerdì 7 aprile con Nora Petzold, studentessa della scuola libertaria Kapriole di Friburgo.

domanda: Qual è la cosa più importante che ti ha dato la scuola Kapriole?
riposta: La cosa più bella che mi ha dato è stata la possibilità di essere bambina. La mia infanzia è stata lunghissima...sono stata bambina fino all'anno scorso direi!

Per essere una che è stata bambina fino a ieri, Nora non ha niente di infantile o immaturo, anzi. Le sue risposte sono sincere, dirette, profonde, umili. Il suo percorso a Kapriole è iniziato a sette anni, dopo una prima elementare poco piacevole in una scuola pubblica tedesca, ed è continuato fino agli esami della decima classe (16 anni). Nora racconta senza timore di come abbia disimparato a leggere e a scrivere, di come per quattro, cinque anni non abbia fatto altro che godere della sua libertà giocando con i suoi amici, correndo nel parco della scuola. Ad un certo punto con molta naturalità ha iniziato a frequentare le proposte di scultura, arte, geografia, non ricorda nemmeno a che età, tanto per dire come il concetto di tempo, lì morbido e ampio, sia diverso dal nostro, frettoloso e scandito da traguardi necessari e irrinunciabili.

domanda: come funziona la scuola libertaria Kapriole?
risposta: a Kapriole bambini dai 6 ai 16 anni scelgono tutti i giorni come gestire il loro tempo, se visitando le aule di materia con un adulto sempre disponibile ad aiutarli nei loro apprendimenti, se andare alle molte proposte di arte, atelier, lingue, movimento, se fare un corso di cucina in francese, se giocare liberamente nel parco, se prepararsi agli esami finali. Tutti si prendono cura della scuola: all'inizio dell'anno ogni bambino sceglie di quale ambiente prendersi cura insieme ad altri bambini, ogni giorno, per tutto l'anno. Chiunque, adulti, ragazzi, bambini, bambini che noi definiremmo diversi o speciali (con DSA, sindrome di down...) può fare un corso per diventare MEDIATORE ed essere chiamato dai bambini stessi ad aiutarli a risolvere i conflitti. In assemblea si discute delle regole, in tribunale delle conseguenze.

domanda: qual è la cosa più importante che hai appreso a Kapriole?
risposta: il rispetto

La cosa veramente importante, a Kapriole, è il rispetto: rispetto per le persone, per i materiali, per l'ambiente, per le scelte di ciascuno. Questo è secondo Nora la più grande caratteristica comune dei ragazzi che hanno frequentato la Kapriole. Ed è anche la più grande differenza che sente di avere con i suoi attuali compagni di classe e docenti. Nora infatti, alla fine del suo percorso a Kapriole, ha superato gli esami, sa leggere, scrivere, fare matematica, parla correntemente tre lingue. E ora frequenta un liceo psico-pedagogico, dove non sopporta la disparità di dignità tra professori e studenti, la mancanza di passione e di rispetto dei suoi coetanei, abituati a rispettare le regole solo sotto la minaccia dell'adulto, e a trasgredirle appena quest'ultimo esce dalla stanza.

domanda: come è stato il passaggio in una scuola pubblica?
risposta: i primi tre mesi sono stati molto duri. Ma poi...mi sono abituata...

Sì, c'è stato un bel colpo allo stomaco al passaggio nella pubblica: tante informazioni martellate nella testa in poche ore, tanti compiti, poco rispetto, tanta disuguaglianza, poco interesse reale per ciò che si sta facendo. Ma il forte contatto con se stessa e la forza di volontà l'hanno provvista di una resilienza sufficiente ad affrontare questa nuova sfida.

domanda: ma i tuoi genitori cosa dicevano nel periodo in cui non facevi niente a scuola? non ti minacciavano di farti cambiare scuola?
risposta: a volte si, ma...questa non è una cosa che va bene. I genitori non devono dire questa cosa ai loro figli perché è come dire...è come dire che non hanno fiducia in loro.

Questo, per Nora, è un punto fondamentale. La fiducia. Dare fiducia ai bambini. Far sentire chiaramente che li si accetta per come sono, che ci crede in loro.

Amore, fiducia, rispetto.

Queste parole ci ha lasciato in dono una bambina diventata ragazza appena un anno fa, quelle stesse parole che sono scritte nei libri che affollano i nostri comodini di adulti in ricerca, Korczak, Montessori, Neill...leggiamole, pensiamole, ascoltiamole, facciamole germogliare dentro di noi, facciamole diventare carne, occhi, mani, scintille di vita che si realizza, liberiamole dalla retorica e proviamo ad esserle, ogni giorno.

Vi aspettiamo VENERDì 21 APRILE alle ore 18:00 per una chiacchierata con VERENA PFEIFER, per gettare uno sguardo su un'altra realtà educativa, la scuola MONTESSORI.COOP!

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