domenica 29 settembre 2013

post serio post convegno. Paola Tonelli, Dora Kalff e la scatola azzurra

Ieri ho fatto una nuova scoperta.
Si chiama Paola Tonelli, che anni fa scoprì  Dora Kalff che a sua volta scoprì e studiò il potere terapeutico del gioco della sabbia.

Contesto: Sabato 28 settembre, Porto San Giorgio, convegno dal titolo " La natura e gli animali nell'educazione all'infanzia".
Evento rivolto agli educatori ed insegnanti, in particolare per la fascia 0-6.
Durante la mattinata si sono susseguiti interventi di professori, insegnanti, esperti e poi lei, Paola Tonelli.
Appena ha preso la parola mi ha incantata.
Capelli bianchissimi, splendenti, viso disteso, voce dolce, sorridente.
Esordisce raccontandoci il suo incontro con Dora Kalff, psicanalista svizzera allieva di Jung.
Il loro incontro avviene durante un seminario che la Kalff organizza a casa sua a Zurigo, per illustrare la sua modalità di utilizzo della sabbia a scopo terapeutico.

" Oggi noi siamo allontanati dagli elementi naturali [...] e allontanati dalle nostre emozioni.
Il nostro rapporto con la tecnica deve essere alimentato dal nostro rapporto con la natura"

La Kalff aveva compreso che l'allontanamento dei bambini dalla natura aveva come rischio maggiore quello di generare nevrosi.
Da questi dati, decide di impostare la sua attività terapeutica attorno al contatto diretto con gli elementi naturali .
La Kalff durante il suo lavoro mette a punto il "sand play", una scatola riempita di sabbia diventa lo scenografia per le opere intime e personali che i bambini metteranno in scena.
Perché l'azzurro? E' molto semplice, perché sembra un cielo quando sta sopra la sabbia, e mare, fiume o lago se della sabbia viene spostata fino a lasciar intravedere il fondo della scatola.
La seduta terapeutica si svolge pressappoco così.
Il bambino viene portato in una stanza dove al centro è posizionata la scatola azzurra con la sabbia.
La stanza è arredata con degli scaffali che contengono contenitori con materiali vari che possono essere presi dai bambini per giocare nella scatola.
Nello specifico sono: casette, personaggi, animali, elementi naturali ( piante, alberi, fiori),ecc...
L'analista osserva ciò che il bambino mette in scena, considerando tutto ciò che fa come ricchissimo materiale utile alla comprensione dell'interiorità del bambino.
Paola Tonelli, giovane insegnante di scuola dell'infanzia allora, coglie del geniale nella proposta della Kalff e decide di riproporlo nella sua sezione ai suoi bambini, tralasciando l'aspetto interpretativo-terapeutico.
Cambiando contesto e finalità il sand play cambia anche nome, Paola chiamerà questo nuovo materiale scatola azzurra.
Sin da subito Paola scopre i bambini affascinati dalla nuova proposta.
I più agitati si calmano, il gioco si fa sempre più elaborato, i bambini mettono in campo competenze topologiche, matematiche esperte in maniera del tutto spontanea.
Paola che fra l'altro faceva parte del MCE ( movimento di cooperazione educativa), raccoglie materiali, osservazioni, studia i bambini mentre usano la scatola azzurra. In una sola parola: ricerca.
E restituisce, anzi dona.
Paola parla dell'importanza di tenere stretti i ricordi di quando eravamo bambini, di smettere di pensare di aver capito qualcosa sull'infanzia, ma di ascoltarla, profondamente.
Ci parla della concentrazione, e di come nasca da una profonda motivazione personale.
Ci dice che 3 sono le cose importanti quando si sta con i bambini: il tempo, lo spazio, la fiducia.

Paola mi ha affascinata per diversi motivi.
Innanzitutto per la semplicità con cui ha gestito il suo intervento e il workshop pomeridiano, utilizzando un linguaggio ricco ma comprensibile a tutti, tralasciando ridondanze intellettuali a volte tipiche di queste situazioni, dove sembra che il relatore non sia lì per darti spunti ma per confonderti, passando da una citazione all'altra, ostentando la propria preparazione, attore di un monologo autoreferenziale.
Si è messa a nudo, parlando anche dei propri fallimenti, non si è finta eroina.
Ha dato un peso di rilievo a Dora Kalff, alla sua ispiratrice, alla sua musa, rendendole onore e merito.
Ci ha mostrato moltissime foto e materiali, per iniziare sin da subito ad utilizzare questo nuovo strumento, senza rimandare la questione a ulteriori corsi o seminari.
Si è mostrata disponibile a donarci tutto il materiale da lei prodotto, e sottolineo donarci, non vendercelo!!
Oltre alla scatola azzurra io credo che Paola abbia tenuto un workshop invisibile sulla cooperazione, da una che ci crede, con i suoi capelli splendenti e i suoi occhi da bambina.
Anche se in pensione lei sembra lì, con i bambini, sdraiata a terra a giocar con loro con la sabbia, con la terra, con la ghiaia.
Grazie Paola, perchè da domani a Serendipità ci saranno due scatole azzurre.
Grazie, perché  le idee che predicavamo da mesi ora sono più forti,  hanno te come alleata.
Non possiamo chiedere ai nostri bambini ciò che non siamo in grado di fare noi per primi.
Non possiamo privare i bambini del contatto con gli elementi naturali per sciocche manie d'igiene e pulito. E' la proposta più salutare che possiamo proporre loro.
Sempre che tutti definiamo salute il benessere psico-fisico dell'individuo.
Grazie, perché l'incontro con te è stato l'input per nuove idee, nuovi sogni in cantiere che a breve vi sveleremo.
Collegandomi con la paura che hanno alcuni adulti ad esporre i proprio figli all'ambiente naturale e ai rischi connessi chiudo con una citazione, presa dalla mia bibbia personale. " Come amare il bambino di Janus Korczak.

"per timore che la morte possa strapparci il bambino strappiamo il bambino alla vita.
  Per impedire che muoia non lo lasciamo vivere”.

Se volete saperne di più potete leggere questo articolo della rivista "Bambini" uscito nel 1990, nel quale Paola Tonelli ci presenta la scatola azzurra.








1 commento:

  1. vorrei prendere un pezzetto dell'articolo per inserirlo in un testo e voglio citare la persona che lo ha scritto.Mi potete aiutare ?

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